lunedì 11 agosto 2008

Parliamo di commesse tascabili

C'è un odio reciproco tra noi. Da quando rimasi incastrata in una maglietta, chiesi se c'era una taglia più grande e la commessa mignon mi squadrò con aria schifata e mi disse "È la taglia più grande che c'è in negozio". Insomma, ieri vado a comprare un reggiseno, porto la terza di torace, che, che io sappia, è la taglia più comune che ci sia. Vado a controllare le taglie e c'erano tutti numerini strani. Fermo una commessa ristretta e le chiedo se per favore mi può dire a che taglia corrispondono tutti quei numerini. E lei mi fa "Uhm, la 36 è ENORME... No no, prova la 34". Che le venga tutto il bene del mondo, la taglia ENORME mi sta stretta all'ultimo gancino! Eppure mi guardo in giro, e non mi sembra di essere enorme, né mi sembra di abitare nel paese dei puffi. A volte, quelle volte in cui vado a comprar vestiti, vorrei essere di nuovo in America, dove sguazzavo nelle taglie medie e le small mi stavano larghine il giusto, e l'estetista mi accolse con "you're so tiny!" e mi disse che in fondo non avevo tutta quella cellulite, era normale, e quando uscivo tutti pensavano fossi elegante (io elegante! Ahahahahah!)...

2 commenti:

SerialLicker ha detto...

non c'è NULLA che non vada nel processo di lievitazione dei tuoi due muffins al miele lì davanti, honey pie :p

alla facciazza della commessa invidiosa

Rin_ ha detto...

c'è questa leggenda metropolitana che vuol Far passare l' America come la patria dei grassi.. certo dai telefilm non sembrerebbe.