venerdì 9 maggio 2008

Capri

Scena: interno notte, una discoteca (secondo lo scenografo), musica improponibile, dei ragazzi con dei vestiti primi anni '90 ballano come le ragazze di Non è la Rai. Lui e lei si incontrano, lui ha un aspetto da secchioncello, lei delle treccine improponibili, come la musica. Uno dei due, non ricordo chi, chiede: "Toh, sei ancora qua?", l'altro risponde: "Eh già, sono ancora qua". Segue dialogo insulso, tipo "Si è rinfrescato sto tempo, eh?" "Eh sì, stiamo andando verso l'autunno..." "Non esiste più la mezza stagione". Una delle ragazze che ballano a questo punto sale su un cubo e, con tono da dj di altri tempi, grida "Ehi ragazzi, ho una proposta sen-sa-zio-na-le! Andiamo tutti quanti a vedere la lunauuuuuuuuh!" Tutti: "Uuuuuuuuuuh!" e escono ballando come le ragazze di Non è la Rai. Lei e lui rimangono soli. Continua il dialogo insulso, del tipo "Ma nove per nove farà ottantuno?" "Nell'arancio c'è la vitamina C" (cit.). Dopo qualche minuto lui e lei si accorgono di essere soli. Lei: "Ehi! Mettiamo un lento!" e va alla consolle a mettere un lento di un simil Gigi D'Alessio (perché la proposta di prima era talmente sen-sa-zio-na-le che il dj ha lasciato tutta la sua roba incustodita e ancora funzionante per correre ballando a vedere la luna), lento che parte prima che lei raggiunga la consolle, magia. I due ballano il lento per tre secondi tre, legnosi come due ceppi di abete; a seguire questo dialogo surreale: lei: "Ho paura a rimanere sola con te", lui: "Ah sì?", lei: "Ahah! Smetti di fare lo scemo [quando come perché lui stava facendo lo scemo?]! Sto cercando di dirti una cosa seria!", lui: "Oh", lei: "Sai, non ho mai fatto l'amore", lui: "Ah sì?", lei: "Mi sono innamorata di te", lui: "Sei bellissima", e a quel punto trombano come ricci in mezzo alla discoteca vuota. Lui si è spogliato con una tale velocità e lei, quella impaurita, gli è saltata addosso come un polipo così improvvisamente che non ho potuto fare a meno di urlare "Ma COSì? ORA?", risvegliando mia mamma che stava pacificamente appaiando calzini. (Lei segue solo la vicenda dei due fratelli che si prendono a botte. E riesce a distinguere tra la fidanzata che vuole aprire una scuola di sub e quella sposata che si infila nel letto di Sergio Assisi. Per me sono la stessa attrice). Ma la scena che mi ha fatto veramente cascare le braccia è stata quella in cui l'archeologa chiede a lui, aspirante archeologo (ecco spiegata l'aria da secchioncello), se, ora che nella zona il lavoro è finito, vuole andare da qualche altra parte a scavar vasi. Lui, con aria da chi ormai ha visto la verità: "Eheh, una volta avrei detto che questo lavoro è la mia vita, viaggiare per il mondo, scoprire nuovi reperti, ma ora... Ora la mia vita è qui". Già, ora è un uomo, lui.

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